mercoledì 30 gennaio 2008

Ma non è meglio fare l'amore, che farsi la guerra?


Della serie: se non ci complichiamo almeno un pò la vita,
noi non siamo contenti!
Ieri non ero proprio dell'umore per litigare ( di nuovo!) col mio ragazzo, ma è stato inevitabile!
Da una parte me lo aspettavo: il discorso aveva preso una piega strana, anzi, se devo essere sincera fino in fondo, alla fine si è comportato meglio di quanto mi sarei aspettata tempo fa.
Ok. Alla fine ha fatto come al solito suo.
Però, ormai lo conosco troppo bene...
Lui è fatto così è un testardo e un orgoglioso come pochi, e io non sono da meno! Considerando che poi questo è il periodo degli esami all'università (cosa che mi sta letteralmente spolpando viva!! -.-) il mio livello di acidità sta pericolosamente arrivando alle stelle.


Insomma, da una coppia come noi non ci si può aspettare di peggio! O meglio, dipende dai punti di vista.
Chi ci conosce almeno un pò, lo sa molto bene come funzionano le cose tra noi. E se può sembrare un completo disastro per molti, per noi è una cosa quasi naturale.
(che detto così ci fa sembrare due matti, ma vabé, l'apparenza inganna! ù_ù)


Quindi niente, mi ritrovo sul web a sentire musica varia, a commentare i miei blog preferiti, a fare mille cose inutili, mentre due enormi libri di tecnica pubblicitaria fanno bella mostra di loro sulla scrivania. Se penso che l'esame è dopodomani....mi rendo conto che non so NULLA!
Il punto è che non mi va di fare niente: discutere non mi piace per niente e mi porta via anche la voglia di concentrarmi sulle cose davvero importanti. E' una tale rottura litigare.
Io lo vedo come uno spreco di tempo e di energie: tanto alla fine non è che per un litigio in più si ama di meno una persona. A me, ad esempio, capita l'esatto contrario.
Dopo una litigata sento il bisogno quasi incontenibile di averlo vicino, di fare la pace il prima possibile. E tutto soltanto per potergli dire le cose come stanno davvero: che anche se è un "impiastro", anche se è cocciuto, è l'unica cosa bella che ho,
la cosa che amo con tutta me stessa.


Vabé, ho trovato su yahoo.com un articolo che quando l'ho letto mi ha fatto sorridere. A quanto pare, le persone che litigano tra loro vivono molto di più delle altre! o.O
Cioé, a me questa cosa lascia un pò perplessa: ma se litigare porta via energie, fa aumentare i battiti cardiaci quasi fino a farti scoppiare il cuore, ti fa sgolare fino a perdere la voce e ti fa dire le cose più assurde e magari cattive che riesci a tirare fuori sul momento, come può essere una sorta di elisir di lunga vita? Boh...a quanto dicono ci hanno fatto addirittura degli studi sopra.
Ma trovarsi un lavoro serio, no, eh? Mah... Se tutto questo fosse vero allora io e il mio ragazzo saremmo una specie di Highlander del nuovo millennio! Tsk!


Comunque vi riporto il testo della notizia così come lo ho trovato io sul sito...


Litigare con il proprio partner può far bene alla salute.

A dirlo sono i ricercatori della University of Michigan School of Public Health e del suo dipartimento di psicologia, che hanno diffuso i dati preliminari di una ricerca basata sull'osservazione per 17 anni di 192 coppie.
Le coppie sono state divise in quattro categorie: quelle in cui entrambi i partner esprimono rabbia quando si sentono ingiustamente attaccati, quelle in cui entrambi non la esprimono, e una categoria ognuno in quelle in cui sono o la moglie o il marito a sopprimere i propri sentimenti. Secondo lo studio, coloro che trattengono la loro rabbia hanno due volte la probabilità di morire prima rispetto a quelli che non la trattengono.
Ci sono stati 13 morti nel gruppo di 26 coppie in cui entrambi i partner hanno soffocato le loro emozioni, contro i 41 delle restanti 166 coppie.

"Quando le coppie stanno insieme, uno degli sforzi principali è la riconciliazione dopo la lite", spiegano i ricercatori. "Di solito nessuno è allenato a farlo. Se si hanno avuto buoni genitori, si possono imitare, ma di solito le coppie ignorano il processo per la risoluzione del conflitto".
Lo studio sostiene che anche il risentimento sia una minaccia reale: e sopprimere la rabbia porta al risentimento. Secondo i ricercatori, è il risentimento che interagisce con le vulnerabilità della salute che una persona può avere, aumentando la possibilità che soccomba per problemi medici.

"E' salutare riconoscere di essere stato attacco ingiustamente e ancora più salutare parlare e tentare di risolvere i problemi per vivere più a lungo".
Fonte della notizia

Ma non è meglio fare l'aMoRe, che farsi la GueRrA?
....E voi che cosa ne pensate?
sweetkisses
Ps. HaPpY BiRtHDAy tO cRI +22!! Ti voglio un mondo di bene tesorina mia! Sei e rimarrai sempre la migliore...la sorellina che non ho mai avuto, ma che per fortuna c'è! Snif! T_T

martedì 29 gennaio 2008

Cioè, non potete capire cosa è venuto fuori!

Diciamo pure che sono ufficialmente fuori di testa,
almeno da ieri sera!
Infatti, è bastata una chattata di un'ora con la mia compagna di sventura, nonché migliore amica Cri per tirare fuori il peggio di me! Ebbene si, anche io ho il mio lato oscuro e perverso!
Diciamo anche che i due bicchierucci di birra peroni hanno aiutato non poco...ma tralasciamo ù_ù!
Quindi, oltre ai commenti poco raccomandabili, gli insulti e i cappottoni che sono piovuti giù come manna dal cielo, abbiamo persino tirato fuori una versione tutta nostra di un singolo dei The New Story, un gruppo rock italiano che ultimamente mi piace davvero un bel pò. La canzone "Un'altra Illusione", che è bella di per sé, ha dato il via al delirio più totale dando così ampio spazio alla nostra immaginazione.

Cioè, non potete capire cosa è venuto fuori!
Io personalmente mi sono piegata in due dalle risate,
anzi, quasi non riuscivo più a respirare.
Cri immagino abbia pensato seriamente almeno un paio di volte a chiamare la Neuro o qualcosa affine per farmi internare in qualche manicomio e far buttare via la chiave.
Ebbene, come dicevo, un'altra illusione si è trasformata in qualcosa di assurdo...una richiesta disperata di un povero cristiano che non riesce mai a mangiare le cose che ordina!
(Ammettiamolo è un tema davvero moooolto toccante!!! T_T)

Dunque, voglio riproporvi solo il testo perché l'audio si sente davvero male, nonostante però meritasse!! :D

La Margherita

Possibile che quando tocca me
lo chef diventa un mostro?
E in queste serate mi ritrovo a cenare
con piatti sbagliati da far rifare.
Sento troppe giustificazioni stupide
che mi vogliono calmare
ma che sono pessime.
E vorrei passarci sopra ma...

La margherita, volevo una margherita
e ho avuto una capricciosa, una capri-cciosa.
Questa scarsa attenzione mi segue in ogni dove,
ormai in ogni dove.

La guardo e vorrei capire cos'è,
ma non la riconosco.
Ha uno stranissimo odore,
poi ha cambiato colore:
sicuro non è commestibile.
Ed è come quando pensavo che
i camerieri servissero solo quel che gli chiedevi te.
Ora portano solo quello che gli va.

La margherita, volevo una margherita
e ho avuto una capricciosa, una capri-cciosa.
Questa scarsa attenzione mi segue in ogni dove,
ormai in ogni dove.

La margherita, volevo una margherita
e ho avuto una capricciosa, una capri-cciosa.
Questa scarsa attenzione mi segue in ogni dove,
ormai in ogni dove.

La margherita, volevo una margherita
m'hai tolto l'ispirazione
non c'è più attenzione
Darti un'altra possibilità è
stato solo un errore, uno stupido errore.
Una margherita, una margherita.

Io spero solo che Johnny dei TNS non legga questo testo altrimenti credo che potrebbe tranquillamente denunciarci per uso improprio di lyrics e chissà quale altro genere di reato...
Era solo uno scherzetto innocente! Però dio mio che risate! :D
Se solo penso a quando ci è uscita fuori sta cosa della margherita...hihihihi!!
Vabè niente...fine del post post-delirio notturno!! ^^

Saluto speciale per la mia sorellina Cri che è una matta peggio di me e che ormai con photoshop sta in fissa di brutto...non ti far arrestare per quelle foto osé! Mi raccomando!!!
A questo punto saltuto anche i The New Story che hanno dato il via a tutto questo con questa canzone...siete grandi, continuate ad andare fortissimo così!
E poi basta...sweet kisses a tutti gli altri!

domenica 20 gennaio 2008

Era come un enorme peluche: tutto da coccolare e abbracciare.

Foto Credit - sweetnoir
Ho un pò nostalgia degli ultimi anni passati.
Non che adesso la mia vita non vada bene, anzi.
E' quasi come la vorrei.
Eppure, mi manca una cosa che ha tenuto tutti i pezzi insieme per tutto questo tempo e che rendeva le mie giornate piene, ma allo stesso tempo, sempre un pò vuote. Avevo una passione tempo fa. Una passione che era la mia vita.
Era quella cosa che veniva prima di ogni altra cosa, per la quale ero disposta a fare di tutto.
Quella cosa, la mia passione più grande, erano i cavalli.

Andare a cavallo era la mia vita.
Ricordo di aver avuto questa passione già di piccolissima, a tre anni o giù di lì: mia madre mi portava a vedere le corse ogni tanto all'ippodromo e io sognavo di poter correre su uno di quegli splendidi animali. Le davo il tormento, tirandola per la manica e chiedendole il permesso. A dodici anni fui accontentata e la situazione non ha fatto che... "peggiorare".
Tutto per me era in funzione di quell'equitazione e avevo così tanti obiettivi che nemmeno riuscivo a tenerli tutti a mente. Quello più imporante, però, era uno soltanto:
partecipare ad un concorso internazionele.
Il concorso per eccellenza della mia città, Piazza di Siena.

Ammetto che col tempo, crescendo, mi rendevo conto che fare quella vita, la vita dei cavalli, significava dover rinunciare a tante altre cose. Qualche volta mi pesava un pò, perché non è facile essere una quindicenne che non può uscire con gli amici perché doveva allenarsi tutti i giorni o il sabato restare fino a tardi in maneggio per preparare una gara.
In fondo, mi dicevo
"E' una tua scelta, se lo vuoi devi prendere tutto il pacchetto."
Ed ero felice così. Una felicità che non se ho poi più provato.


Ho avuto tante soddisfazioni, alcune veramente imparegiabili.
Ho provato emozioni uniche, che mi commuovono ora al solo pensarci un pò. Ma, ho anche sofferto parecchio.
Non è una vita facile, specialmente se non hai le possibiltà di arrivare ad un certo livello. Quando ho compiuto diciassette anni, ho scoperto la crudeltà dei fatti perché a differenza di altri, non sarei mai potuta arrivare a quei livelli che tanto sognavo.
Non potevo permettermelo.
E tuttavia, sebbene fossi triste, mi stava bene anche in quel modo.


Era proprio quel mondo a farmi bene: la vita semplice, il contatto con l'animale. Non mi pesava alzarmi all'alba e sentire l'odore del fieno ancor prima di quello del caffé. Anzi, se solo potessi tornare indietro, darei qualunque cosa per vivere quei giorni ancora un pò. Le galoppate all'aria aperta, il vento, l'ebrezza dei percorsi.
L'adrenalina delle gare.
Mi mancano davvero tanto. Moltissimo.

Ma, la cosa che più mi manca è il mio cavallo che, in fondo, non è mai stato davvero mio. Celtis.
Il dono più bello che potessi ricevere dal destino.
Ho amato quel cavallo, davvero, quasi come se fosse un mio secondo fidanzato. Avevo quasi paura di sciuparlo a furia di accarezzarlo. Era meraviglioso.
Il più bello di tutta la scuderia, il più elegante, il più delicato.
La prima volta che l'ho montato ricordo di aver desiderato di rimanere lassù per sempre. Quasi mi sembrava impossibile che avessi avuto una fortuna tanto grande, di aver avuto la possibilità tra tante persone di averlo io.
Per me era come un infinito sogno ad occhi aperti.


Eravamo una coppia speciale io e lui.
Era il mio piccolo, dolcissimo mostro.
Quando tutto fuori andava a rotoli, mi bastava entrare nel suo box perché subito mi sentissi meglio. Era come un enorme peluche: tutto da coccolare e abbracciare.
Chissà dove sarà adesso il mio tesorino.
Chissà se chi ha la fortuna di averlo, se ne prenderà cura almeno la metà di quanta me ne prendevo io. Si merita solo il meglio.
Come tutti i migliori.

Beh, forse è meglio smetterla con questi pensieri e magari tornare a studiare.
Comunque, se potete, non rinunciate mai alle vostre passioni.
E' un triste pentimento assicurato. Purtroppo.

venerdì 18 gennaio 2008

Quindi, scorrono fiumi di pagine, le mani quasi fanno male.

Foto Credit - AndrewMaidanik
Trovo che le parole siano sempre capaci di regalare emozioni sempre nuove. Anche se trattano uno stesso argomento, riescono a definirlo in maniere quesi infinite, da punti di vista sempre diversi. Senza alterare, in fondo, il senso che ciascuna di esse trova all'interno di una frase.

Scrivere è un pò come affidarsi alla catarsi, anzi, devo ammettere che vi ricorro spesso, magari anche eccedendo un bel pò.
Ma, riesce sempre a farmi stare bene.
Se non c'è nessuno con cui posso sfogarmi, condividere almeno un pezzetto dei vari pesi che mi porto sul cuore, mi lascio consolare da una pagina bianca.
Che sia l'infinito spazio di una pagina in rete o un esiguo pezzetto di carta, non fa differenza. Basta soltando avere un piccolo istante e lasciare che sia la mente a parlare.
Quando penso alle cose difficili con le quali sono costretta a confrontarmi, mi domando spesso quanto siano indispensabili per crescere, per conoscermi a fondo. E la maggioranza delle volte, capisco unicamente che preferirei non trovarmi nella condizione di doverle affrontare. Per quanto siano alti ed insidiosi quei muri, alla fine, sono necessari ed inevitabili.

Stranamente, mi riesce facile scrivere solo quando provo questo genere di sentimenti. Quando sono felice o al settimo cielo per qualcosa, anche una piccolezza, sono troppo presa a godermi quel momento che non trovo neppure il tempo di sedermi e riflettere.
Immagino che tutto dipenda dai diversi atteggiamenti che si assumono nei due casi: forse, il tempo della tristezza e della solitudine scorre inesorabilmente più lento, al contrario di quello della felicità che si nasconde in un attimo, arriva e può andarsene senza dare il minimo preavviso.

E allora ci sono quei momenti in cui liberarsi dei propri pensieri diventa il solo ed unico modo per sentirsi più leggeri.
Quindi, scorrono fiumi di pagine, le mani quasi fanno male.
Non bisogna per forza scrivere di sé: anche raccontare una storia aiuta a far uscire tutto quello che si ha dentro, senza nemmeno troppe fatiche. Alla fine, viene quasi naturale.

Conosco alcune persone che preferiscono tenersi tutto dentro.
Per come sono fatta io, non riuscirei affatto nell'impresa. Scoppierei dopo un giorno. C'è chi dice che la sensibilità, quando è profonda, acutizza le situazioni quasi fino ad esasperarle e basta un niente per provare emozioni sconsiderate. Io non so se sia effettivamente così, però mi chiedo come mai mi risulti tanto difficile racchiudere quello che sento dentro me stessa.

Magari, ci sono cose che nessuno può capire e rischio di essere fraintesa, anzi temo che possano capire l'esatto contrario. Ma, è un rischio che so di dover tener a mente. Chissà.
Adesso sto divangando un pò, lasciando questa mia folle mente andare per i fatti suoi, incastrandosi in ragionamenti e pensieri assurdi e decisamente sciocchi.

Comunque, voglio proporvi un paio di poesie.
Magari sono capaci di farvi provare, almeno un pò, quello che provo anche io.

Ingrata.
Ingrata, sono io, con tutto il buono che ho.
Cos’altro potrei desiderare cosicché
il mio cuore mai lieto possa dire basta?
Un tuo sorriso in più, forse un tuo abbraccio.
Ma, no, non basta mai. C’è di più.
Nemmeno la convinzione che sarai mio per sempre
riesce a quietare la mia brama senza fine.
Ingrata, sciocca ed egoista.
Non c’è pietà per chi come me non sa dare
il giusto valore ai doni che la vita ha concesso.


Distance.
Seduta al tuo fianco, lontana anni luce.
Riesci ancora a sentire il battito del mio cuore?
A vedere le lacrime che non lascio cadere?
Questa distanza tra noi appare breve tanto
quanto un lieve sospiro di vento.
Eppure, è pronfonda, ormai,
un oscuro abisso in mezzo all'oceano.

Seduta al tuo fianco, ma non è lì che sono.
Se tu provassi a cercarmi, non avresti successo.
Hai sperperato ingiustamente la tua abilità
nell'ascoltare le parole timide della mia anima,
nel vedermi semplice, così come sono.

Seduta al tuo fianco, e cos'altro mi resta?
Rimanere in silenzio, forse.
Almeno fino a svanire.

giovedì 17 gennaio 2008

Spegniti mente, spegniti.


Oggi è proprio una giornata bastarda.
Di quelle che vengono e già non vedi l'ora che finiscano.
Non ho voglia di fare niente, non mi va nemmeno di pensare.
Cosa grave per me. Ho passato tutto il giorno ascoltando musica, isolandomi in una nuvola di note e di parole. Dovrei fare tante cose, dovrei studiare quella materia noiosa, dovrei forse chiamarlo. E per cosa? Per stare un paio di minuti a scambiarci le solite frasi di circostanza? No, passo.

Mi piacerebbe perdermi in un momento di "black out".
Che la mia mente si spegnesse come il monitor del computer quando stacchi la spina dalla presa della corrente. Plick.
E' come se in questi momenti i miei occhi da verdi diventassero neri, improvvisamente, non riuscissero più a vedere la luce che in effetti invade tutta la stanza. E mi sento sola. Rimango seduta accanto al termosifone per ore e ore. E la musica riempie questo vuoto statico che sento di odiare, ma che non voglio e non posso cancellare. Vorrei accendermi una sigaretta...
E fumare fino a bruciarmi la gola.
Intossicare l'aria che mi circonda così da annebbiare questi pensieri.

Spegniti mente, spegniti.
Scappa prima che i pensieri tornino a cercarti da dietro l'angolo.
Non le sopporto le giornate come queste: hanno un che di malinconico che mi deprime. Sarebbe facile se lui fosse qui a dirmi che va tutto bene. Sarebbe facile appoggiare la testa sulla sua spalla e fare finta che il tempo non esista.
Sognare che si può davvero rimanere così per sempre.

Ho freddo nonostante il termosifone sia caldo accanto a me.
Il vento fuori dalla finestra muove le foglie degli alberi e li fa oscillare come ballerini al suono delle sue melodie sempre tristi.
Che palle.
Sono così stanca di sentirmi in questo modo assurdo.

Adesso prendo e cambio canzone: ne metto una super allegra e al diavolo tutto...i pensieri, il malumore, la tristezza, le litigate, il brutto tempo, le parole cattive. Tutto. Mi dico: reagisci stupida!
Non puoi lasciare che sia lui ad averle tutte vinte!

cedere o non cedere per il quieto vivere?

Ieri ho litigato con il mio ragazzo. Il motivo potrebbe anche sembrare banale, ma per me, ad essere davvero sincera, non lo è affatto.
Il punto è che mi chiedo perché dovrei essere io a dover rinunciare ad un mio "principio fondamentale" - se così lo vogliamo definire - soltanto per smettere di litigare?

Mi rendo conto che con i caratteri che abbiamo non è facile trovare dei compromessi. Specialmente perché io quando mi metto in testa una cosa, difficilmente mollo la presa. A maggior ragione, quando si tratta di cose che per me sono intoccabili.
Io voglio e devo potermi fidare di qualsiasi cosa lui mi dica.
Non mi sembra di stare chiedendo chissà quale impresa titanica a questo povero cristiano. Eppure no, non posso pretenderlo.
Perché puntualmente lui mi dice una cosa e poi non la fa. E non c'è cosa al mondo che a me manda in bestia peggio di quella!

Ho persino provato a ragionare, proprio per non finire a litigare.
Tuttavia, quando mi ha chiamata mi sono sfogata senza nemmeno rendermene conto. Magari ho sbagliato, ma non penso di sbagliare quando chiedo di essere rispettata. Mi voglio poter fidare perché vivendo lontani, già è difficile stare tranquilla. Evidentemente questo lui non riesce proprio a capirlo. Oppure non vuole, non lo so.

Fatto sta che adesso sono giù di morale e non so cosa sia meglio: dovrei lasciar perdere? Ci ho pensato parecchio, eppure non riesco a lasciar scorrere. E lui ce l'ha ancora con me. Certo che gli uomini quando vogliono rompono davvero. U.U povere noi!!

So solo che se potessi, lo ammazzerei a pallettate...tanto da fargli male...!! Tsk!
Beh, vi lascio con la domanda del secolo...cedere o non cedere per il quieto vivere? Fatemi sapere cosa ne pensate...♥ baciu!

martedì 15 gennaio 2008

Comunque, iniziamo con le presentazioni.

Bene, ci troviamo al primo di una lunga serie di post a quanto pare.
Ho aperto questo blog un pò per noia, un pò per scrivere di me.
Altrimenti a cosa servirebbe un blog? E' un diario, dopotutto.
Fuori piove...è una giornataccia e tutto quello che mi serve è una bella tazza di té bollente al limone per riscaldarmi un pò. Comincio col dire che ogni tanto scrivo delle frasi che non c'entrano niente col discorso; mi capita spesso, ma voi fate finta di niente.
Che è meglio. ù.ù Comunque, iniziamo con le presentazioni.

Mi chiamo Sarah e ho ventun'anni. Studio all'università e mi sto per laureare. Ho due cani e un fidanzato. Vivo in un mondo tutto mio, e a volte si vede proprio. Diciamo che non amo uniformarmi, ma nemmeno fare di tutto per differenziarmi. Mi piace essere come sono. Anche se qualche volta mi capita di detestarmi per i miei difetti.
Uno è che sono molto lunatica. Un altro è che sono cocciuta.
(Beh, la lista sarebbe lunga, ma non mi va di togliervi tutta la curiosità -.-)

Alcuni dicono che sono troppo buona, e più di una volta sono rimasta fregata. Se penso alla mia vita tra dieci anni la vedo incasinata, ma bellissima. Canto spesso, ma quando nessuno può sentirmi. Certe volte persino in giapponese! (In effetti, credo che il mio inquilino al piano di sopra mi ucciderà un giorno o l'altro...)
Leggo molto e non mi vergogno a dirlo: è un modo per sfuggire alla realtà ed entrare in un altro mondo, sicuramente migliore di quello in cui viviamo. Sogno spesso e ho tante ambizioni.
Tanti progetti, forse decisamente troppi.

Vorrei imparare a suonare il basso, da una vita praticamente, ma non ho mai avuto modo di cominciare a studiare. Uno dei tanti sogni, infatti, sarebbe quello di fare la bassista in un gruppo. Anche se non sembra, sono una persona molto grintosa e determinata.
Però, con alcune persone riesco ad essere soltanto un pezzo di pane. -.-" Chissà perché.

Non vedo l'ora di avere una casa tutta mia: la vorrei completamente arredare! Mio padre non vede l'ora che io vada via di casa perché ho completamente rivoluzionato la mia stanza, arrivando persino a scrivere delle frasi sui muri. Beh, che dire, il bianco è un colore che ispira molto, no? Peccato che lui non la pensi come me.

Come avrete già ben capito, sono piuttosto matta, nel senso buono del termine, ovviamente. I miei amici hanno rinunciato a capire il lavorio contorto del mio cervello e tentano di apprezzarmi per tutte le follie che riesco ad architettare in pochi minuti.
Mi piace ridere e scherzare.
Credo che sorridere sia l'unico elisir di lunga vita. =D

Nonostante la mia veneranda età, continuo a vedere alcuni anime in tv. Non è colpa mia se la gente non riesce ad apprezzarli.
Ad esempio, NANA mi ha aperto un mondo.
E ringrazierò per sempre la mitica Ai Yazawa per aver scritto quest'opera incredibile. (Ok, sto un pochino delirando, ma fa niente!!! Se siete arrivati fin qui avete stoffa da vendere!)

Ho alcune manie che sono un pò strane, ma vabè.
Ad esempio adoro i post-it. Potrei scriverne miliardi e tappezzarci tutto l'appartamento. Sono come una droga... o.O idem con patate per le candele profumate!

Bene, questo era un piccolo assaggio di questo concentrato di follia e di controsensi. Credo che per il momento sia il caso che mi fermi qui... o potrei spaventarvi troppo :P
♥ ♥ ♥ Bacini dolciosi...!!

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